Era figlio d’arte: suo padre Ugo, fu un matematico e docente universitario di Analisi Matematica e Meccanica Razionale. Il primo contatto con me risale al 1925, quando l’intera famiglia Amaldi era in vacanza sulle Dolomiti. Nelle lunghe passeggiate lungo i sentieri, il giovane Edoardo ebbe la possibilità di discutere con alcuni importanti fisici teorici che si trovavano nella stessa località per passare le vacanze estive. Nacque qui il suo primo interesse per la fisica. Decise però di iscriversi alla facoltà di Ingegneria a Roma, anche se, nel 1927 accolse l’appello rivolto dal direttore dell’Istituto di Via Panisperna, Corbino: tutti gli studenti meritevoli e interessati allo studio della fisica pura erano invitati a passare al corso di laurea in fisica. Amaldi accettò e si ritrovò a partecipare attivamente all’interno del gruppo di ricerca dei Ragazzi di via Panisperna. Non fu l’unico che effettuò il passaggio di facoltà; infatti, il gruppo si era già arricchito della presenza di Emilio Segrè e di Ettore Majorana. Dopo un breve soggiorno di studio a Lipsia, Amaldi rientrò a Roma con il titolo di assistente di Corbino, e qui si occupò prima di spettroscopia per poi immergersi completamente nell’indagine dei fenomeni radioattivi con tutto il resto del gruppo di via Panisperna. Dal 1937 fu titolare della cattedra di fisica generale e sperimentale alla Sapienza, succedendo proprio a Corbino dopo la sua scomparsa. Mantenne tale posizione per ben 41 anni. Nel dopoguerra lavorò duramente per ricostruire l’ambiente scientifico italiano, stringendo importanti accordi internazionali e diventò una figura di spicco per la realizzazione di centri di ricerca nazionali. Nel 1952 contribuì in prima persona all’istituzione del Centro Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) di Ginevra, diventandone il primo segretario generale. Notevole fu anche il suo impegno nel sociale e nella politica.