Tra la fine degli anni Venti e i primi mesi degli anni Trenta, a Roma la Fisica Nucleare era un campo di ricerca quasi completamente nuovo.
Tra la fine degli anni Venti e i primi mesi degli anni Trenta, a Roma la Fisica Nucleare era un campo di ricerca quasi completamente nuovo.
I primi lavori in questo ambito erano stati la tesi di laurea di Ettore Majorana, una delle prime applicazioni della Meccanica Quantistica alla Fisica Nucleare in Italia, in cui il nostro geniale collega dava una rigorosa giustificazione matematica al fenomeno del decadimento α, e il mio articolo del 1926.
L’Istituto di Fisica della Regia Università di Roma assunse però un ruolo centrale in questo campo perché qui si tenne il primo Congresso Internazionale di Fisica Nucleare, organizzato dalla Fondazione Volta dall’11 al 18 ottobre del 1931. Io ebbi l’onore di svolgere le funzioni di segretario generale del congresso. Il titolo scelto fu “Nuclei ed Elettroni”, semplice e diretto. La necessità di approfondire gli studi del nucleo era legata a due questioni: il completo sviluppo della Meccanica Quantistica, che poteva dare uno strumento per la comprensione teorica dei fenomeni nucleari, e il consolidarsi dello studio delle trasmutazioni artificiali degli elementi, linea di ricerca inaugurata nel 1919 da Ernest Rutherford.
A Roma arrivarono i più influenti fisici dell’epoca, come Niels Bohr, Marie Curie e Werner Heisenberg. Su una cinquantina di partecipanti erano presenti sette Premi Nobel più molti futuri vincitori. Il Congresso era organizzato in sei relazioni, che dovevano dare lo spunto per una serie di lunghe e proficue discussioni. I temi erano stati scelti dagli organizzatori per fare il punto della situazione, con particolare attenzione rivolta ai problemi aperti. L’unico italiano invitato a parlare fu Bruno Rossi, che in quegli anni si rese protagonista di importanti studi sui Raggi Cosmici (e che si imporrà come un vero esperto in questo campo), inventando uno strumento che acquisì grande importanza.
Gli interessi vertevano principalmente su due grandi questioni. La prima riguardava il nucleo atomico che in quegli anni era pensato come composto da elettroni e protoni. Il secondo problema riguardava la spiegazione teorica del decadimento β. Orso Mario Corbino, Presidente effettivo del Congresso, nel discorso di chiusura, espresse il suo pensiero sull’effetto positivo che la settimana appena trascorsa poteva incidere nella comunità scientifica internazionale.
Come spesso accadeva, le sue previsioni si realizzeranno qualche anno più tardi,con la scoperta del neutrone, del positrone, la teoria Nucleare di Heisenberg-Majorana e la teoria del decadimento β da parte mia.
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